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Progetto Hetor & Operazione Avalanche: Una nuova entusiasmante collaborazione

News da Databenc - Wed, 25/09/2019 - 14:49

Settantasei anni fa prendeva avvio l’Operazione Avalanche più comunemente conosciuta come “Sbarco a Salerno”. L’iniziativa militare, lanciata dalle truppe alleate all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, intendeva creare una testa di ponte nell’Italia continentale. L’obiettivo principale era conquistare Napoli e il suo porto.

Dopo quasi un mese di combattimenti il 1 ottobre la città partenopea fu definitivamente conquistata. La zona di sbarco interessò una buona parte del golfo di Salerno tra Maiori e Agropoli tuttavia, il grosso delle truppe, si concentrò lungo il tratto di costa della Piana del Sele.

A preservare la memoria di questo importate avvenimento storico vi è il Museum of Operation Avalanche (MOA) ospitato dal 2012 in una porzione della Santissima Trinità di Eboli, complesso monumentale della fine del XV secolo. Da qualche mese il MOA è divenuto partner del progetto Hetor.

Attraverso l’utilizzo della piattaforma sociale Spod si vuole raggiungere un gran numero di cittadini per costituire una comunità che crei raccolte di dati aperti sulle evidenze militari della Seconda Guerra Mondiale presenti in provincia di Salerno. Non si tratta solo di individuare e geolocalizzare manufatti di tipo militare come bunker, casematte, ricoveri antiaerei o trincee, ma anche di fare emergere e porre all’attenzione storie, spesso taciute, che potrebbero fornire elementi inediti per una diversa ricostruzione storica dei fatti.

La nuova collaborazione è stata resa ufficiale lo scorso sei settembre durante la presentazione delle iniziative del «Salerno Day», presso la sala Bottiglieri del Comune di Salerno.

Durante l’incontro il professore Vittorio Scarano e il professore Giuseppe Fresolone (direttore scientifico del MOA) hanno annunciato che il prossimo 1 ottobre verranno illustrate nel dettaglio le nuove iniziative proposte nell’ambito della collaborazione Hetor-MOA.

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Hetor Days: gli Open Data per tutti

News da Databenc - Wed, 10/07/2019 - 12:18

Si è appena conclusa la prima edizione degli Hetor Days, tenutasi lunedì 8 e martedì 9 luglio, presso il laboratorio Hopper del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno.

Le due giornate di training e formazione erano finalizzate all’apprendimento dei concetti di Open Data, modalità di rilascio dei dati, analisi dei dati e valorizzazione del patrimonio culturale.

Il percorso ha previsto una prima parte di nozioni teoriche, seguite da una serie di attività ed esercitazioni pratiche su raccolta, implementazione e pubblicazione di dati, utilizzando la piattaforma sociale SPOD. Il corso è stato tenuto dal professor Vittorio Scarano, docente di informatica presso l’Università degli Studi di Salerno, e dal team di Hetor.

Frati francescani, presidenti di museo, volontari del servizio civile, professori in pensione, dottorandi in filosofia, esperti di beni culturali, studenti di informatica e matricole universitarie sono stati i protagonisti di questa iniziativa. Persone diverse con uno scopo in comune: valorizzare il proprio territorio attraverso l’utilizzo degli Open Data.

Alla fine del corso il Distretto DATABENC ha rilasciato un attestato di partecipazione che certifica il livello di preparazione conseguita, con una menzione speciale al Prof. Gaetano Abate per la proficua collaborazione tra il Dipartimento di Informatica e il Museo Irpino di Avellino.

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Inaugurazione Mostra Concorso “Desiderio D’arte”

News da Databenc - Fri, 28/06/2019 - 14:43

Si è svolta giovedì 27 giugno 2019, presso il Mann, l’inaugurazione della Mostra Concorso Regionale “Desiderio d’Arte”.

Sono intervenuti Luisa Franzese, Direttore Generale U.S.R., Luciano Garella, Soprintendente Archeologia, Beni Culturali e Paesaggio del Comune di Napoli, Rocco Gervasio, Dirigente Scolastico USR Campania, Paolo Giulierini, Direttore del Mann, Diego Mascolo Presidente del CdA di Databenc.

“Con l’obiettivo di promuovere una contemplazione del passato” il Direttore Paolo Giulierini ha spiegato che questa mostra pone al centro dell’attenzione la Rivisitazione del bene culturale di appartenenza. Con grande chiarezza ha indicato dunque il parametro di riferimento fondamentale “Uno sguardo che porti significato e comprensione nei giovani, su ciò che li circonda”.

“Per i ragazzi è importante essere protagonisti” ha spiegato Luisa Franzese, Direttore U.S.R. “La Mostra, infatti, è per loro un’occasione di accrescimento di sensibilità artistica e di educazione al Bello”.

A porre l’accento sul grande spirito di collaborazione tra le autorità coinvolte è stato il Presidente del CdA di Databenc Diego Mascolo: “Esprimo il mio entusiasmo per questa iniziativa che ci ha visti coinvolti e collaborativi. Il Distretto Databenc è orientato proprio verso obiettivi di tutela, valorizzazione e fruizione del Bene Culturale”.

Il Soprintendente Luciano Garella, ha evidenziato un’idea di scuola fuori dai luoghi comuni: “La scuola di oggi, diversamente da quanto si pensa, educa alla percezione e al godimento del Bello. Questa Mostra è un chiaro esempio di forme, idee, colori, impegno. In molte opere vedo i mezzi per poter crescere e arrivare all’individuazione di una propria cifra stilistica”.

Il Dirigente Scolastico Prof. Rocco Gervasio, ha concluso l’inaugurazione con la consegna delle medaglie e il conferimento degli attestati a tutti gli studenti che hanno partecipato al Concorso e con la consegna di una targa commemorativa alle Scuole di appartenenza.

Al termine della cerimonia di inaugurazione sono stati proclamati i vincitori del Concorso, che ritireranno il premio, consistente in un Personal Computer, il giorno 29 giugno, alle ore 11:30 ad Ischia presso l’Hotel della Regina Isabella (Sala Azzurra), piazza Santa Restituta, Lacco Ameno –  La premiazione avverrà nell’ambito del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo e in collaborazione con Rai Cultura.

Di seguito l’elenco dei primi classificati per ciascuna categoria:

  • Categoria Pittura: “Piscina Mirabilis” di Alessandra Carannante, Liceo Statale “Ettore Majorana” di Pozzuoli -punteggio 69 –
  • Categoria Scultura: “Ultimo respiro” di Serena Pia Sabatino, Liceo Artistico “E. Pascal” di Pompei (Na) – punteggio 67-
  • Categoria Fotografia: “Ricordando Graziella” di Maria Michela Emanuela Salvemini, I.S.S.F. Caracciolo di Procida (Na) – punteggio 68 –
  • Categoria Grafica e altre opere: “Primavera” di Marta Accardo, Liceo Artistico – Musicale “F. Grandi” di Sorrento (Na) – punteggio 65 –

La Mostra – ad ingresso libero – resterà aperta al pubblico fino al 10 luglio presso la sala conferenze sita al 3° piano del Mann.

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Hetor: Corso di formazione

News da Databenc - Thu, 27/06/2019 - 15:13

Hetor, che rientra tra le iniziative del Progetto PAUN (Parco Archeologico Urbano di Napoli), coordinato da DATABENC (Distretto ad Alta Tecnologia per i BENi Culturali), organizza due giornate di training e formazione finalizzate all’apprendimento dei concetti di Open Data, modalità di rilascio dei dati, analisi dei dati e valorizzazione del patrimonio culturale.

Il workshop vuole dare ai partecipanti una definizione chiara e articolata di cosa sono i dati aperti e di quali sono le caratteristiche che un insieme di dati deve avere per poter essere considerato “open”. Viene approfondito, inoltre, il concetto di qualità dei dati, declinato in aspetti diversi e contestualizzato rispetto al tema della creazione di valore aggiunto ai fini del riuso.

Attraverso una serie di brevi presentazioni e di attività personali laboratoriali, i partecipanti scopriranno come è possibile creare dataset e visualizzazioni, utilizzando la piattaforma sociale SPOD. Per la creazione di dataset, in particolare, saranno illustrati i principi di progettazione agile, e di continuo controllo della usabilità del dataset, insieme alla guida alla metadatazione efficace mediante DCAT-AP-IT. Alla fine, ogni partecipante avrà coperto l’intero ciclo di produzione di un dataset, fino alla pubblicazione finale su un server CKAN.

Il corso sarà tenuto dal professor Vittorio Scarano, docente di informatica presso l’Università degli Studi di Salerno, e dal team di Hetor.

L’evento è gratuito e aperto a tutti, con prenotazione obbligatoria al link eventbrite.

Il corso si svolgerà l’8 e il 9 luglio 2019 dalle ore 09:00 alle ore 14:00, presso il laboratorio Hopper del Dipartimento di Informatica (Stecca F2, Piano -1) dell’Università degli Studi di Salerno.

Alla fine del corso, il Distretto DATABENC rilascerà un attestato di partecipazione che certifica il livello di preparazione conseguita.

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Mostra Concorso Regionale – “Desiderio D’arte”

News da Databenc - Fri, 14/06/2019 - 12:54

Si è conclusa la fase di presentazione delle opere al Concorso “Desiderio d’Arte” promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania (USR) e dal Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali (Databenc), con la collaborazione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN).

Le opere presentate dalle scuole secondarie di II grado della Campania sono più di 50.

Le opere saranno esposte in una mostra che sarà inaugurata presso il MANN, il giorno 27 giugno alle ore 17:30, dalla dott.ssa Luisa Franzese Direttore Generale U.S.R. Campania, dal dott. Paolo Giulierini Direttore del MANN, e dal dott. Diego Mascolo Presidente CdA Databenc. La Mostra sarà visitabile negli orari di apertura del MANN, dal 27 giugno al 10 luglio 2019.

A tutti i giovani artisti sarà consegnata una medaglia e sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Tutte le opere saranno pubblicate in un catalogo della Mostra realizzato sia in formato a stampa sia digitale e tutte le Scuole partecipanti riceveranno una targa ricordo.

Una giuria composta da qualificati esperti selezionerà le migliori opere per ciascuna categoria. I primi classificati saranno premiati con un personal computer portatile mentre i secondi classificati riceveranno un buono da consumare in una delle pizzerie dell’Unione Pizzerie Storiche di Napoli “Le Centenarie”.

La premiazione avverrà nell’ambito del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo e in collaborazione con Rai Cultura, il giorno 29 giugno, alle ore 11:30, con la presentazione di Enrico Deuringer, presso l’Hotel della Regina Isabella (Sala Azzurra), piazza Santa Restituta, Lacco Ameno

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“Desiderio d’arte” – Mostra Concorso Regionale

News da Databenc - Mon, 15/04/2019 - 18:25

Il Concorso “Desiderio d’arte” è promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo di intesa sottoscritto il 15 maggio 2017.

Il concorso “Desiderio d’arte” trova ideale cornice di definizione nel Protocollo di Intesa tra USR per la Campania e DATABENC, sottoscritto a San Leucio il 15 maggio 2017, e nel contesto delle numerose attività implementate in virtù di tale accordo. In particolare, la filosofia che sottende tale protocollo di intesa è creare prioritariamente una collaborazione sinergica per implementare iniziative mirate alla conoscenza e alla valorizzazione dei Beni Culturali, materiali e immateriali, del patrimonio archeologico, storico, architettonico, artistico, paesaggistico e culturale che connota fortemente il territorio della Regione Campania, ma anche avvicinare i giovani al mondo dell’arte stimolando la loro creatività in un settore che può rappresentare una occasione di affermazione nel mondo del lavoro.

Il Protocollo ha, quindi, rappresentato un importante riferimento per molteplici attività finalizzate a coinvolgere scuole e istituzioni del territorio, in un’alleanza educativa mirata a sensibilizzare i giovani alla conoscenza, al rispetto e alla valorizzazione delle peculiarità del nostro territorio. In tale contesto, il concorso “Desiderio d’arte”, oltre alle finalità di tutela attiva dei Beni Culturali, intende proporre, ai giovani delle scuole campane, una rielaborazione personale di tale patrimonio e una reinterpretazione della biografia culturale del territorio di appartenenza attraverso i linguaggi espressivi della creatività, alla luce delle proprie opinioni, del bagaglio di conoscenze e di studi che ne caratterizza le personalità.
I presupposti teorici del concorso fanno riferimento ad un concetto ampio di Beni Culturali, intendendo con questo termine tutte le testimonianze, materiali e immateriali, aventi valore di civiltà. In tale prospettiva, sono Beni Culturali non solo gli oggetti d’arte, ma anche oggetti con un valore storico: libri, documenti, oggetti d’uso comune, vestiti, strumenti scientifici.

Principale finalità del concorso è stimolare l’interesse e l’attenzione dei giovani nei confronti del patrimonio culturale presente nel proprio contesto di vita, incoraggiandoli, nel contempo, alla rielaborazione creativa di architetture, dipinti, paesaggi, sculture, attraverso le proprie attitudini e il personale bagaglio culturale e di studi.

Nell’ambito di questo concorso si intende promuovere da parte dei giovani studenti delle scuole secondarie di II grado della Campania la realizzazione di un’opera d’arte che costituisca riproduzione e/o rielaborazione di un Bene Culturale del territorio di appartenenza, attraverso l’impiego di tutti i linguaggi espressivi delle arti visive, quali strumenti per comunicare ricordi ed emozioni, suggestioni, ispirazioni e sentimenti generate dai Beni Culturali del nostro territorio.

Possono partecipare al Concorso studenti e studentesse di tutte le istituzioni scolastiche secondarie di II grado, statali e paritarie, in forma individuale con un elaborato svolto in ambito didattico.
Le istituzioni scolastiche che intendano partecipare potranno inoltrare la loro candidatura entro e non oltre le ore 23:59 del 30 maggio 2019, inviando la documentazione richiesta nell’art. 3 del documento in allegato al seguente indirizzo: edubba@databenc.it. Nell’oggetto della mail occorre indicare la seguente dicitura tra parantesi quadre [CONCORSO desiderio d’arte 2019].

Per maggiori dettagli e informazioni sul Concorso “Desiderio d’Arte”

Modello di lettera di presentazione dell’opera da parte della scuola

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Workshop Internazionale: “Infomocracy”

News da Databenc - Mon, 18/06/2018 - 10:24
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Il 9 maggio 2018 si è tenuto, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Salerno, il Workshop Internazionale “Infomocracy”, con la partecipazione di Malka Older, autrice dell’omonimo thriller politico di fantascienza.

Nel corso del workshop Malka Older ha dialogato con gli esperti e con il pubblico sui principali argomenti affrontati nel libro, dando vita ad una discussione a più voci, in un momento cruciale della nostra storia contemporanea. L’accento è stato posto sull’ “impatto della trasformazione digitale sulla nostra società e in particolare sul modo in cui le tecnologie dell’informazione stanno trasformando e influenzando la comunicazione politica”.

Sono intervenuti:

  • Maria Francesca De Tullio – esperta in diritto Costituzionale – Università di Napoli “Federico II”.
  • Il prof. Antonio Picariello – Ordinario di Sistemi per l’Elaborazione delle Informazioni, Università di Napoli “Federico II”, Direttore del Laboratorio Nazionale CINI “ITEM”.

L’incontro è stato moderato dal prof. Massimo De Santo, Direttore del Centro ICT di Ateneo per i Beni Culturali, Università di Salerno.

Erano presenti gli allievi del Liceo Scientifico “Mancini” di Avellino, in particolare le classi 1° G, 1° D e 2° E, che svilupperanno un progetto PON in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno e in particolare con il Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali (DATABENC). Gli alunni sono stati coinvolti in un lavoro proattivo di individuazione delle tematiche che sono emerse all’interno del dibattito. I brani estratti dall’incontro, verranno infatti utilizzati per una puntata speciale del Podcast “Digitalia.FM” che si occupa del rapporto tra tecnologia e società; in collaborazione con “Fantascientificast.it” Podcast di fantascienza e cronache dalla galassia.

Nel pubblico erano anche presenti gli alunni del Liceo Scientifico “Diaz” di San Nicola la Strada (Ce), coinvolti nel progetto di Alternanza Scuola-Lavoro.

Sono stati, inoltre, attivi nel dibattito gli studenti dello stesso Ateneo, dei corsi di “Applicazioni multimediali” e “Reti di Calcolatori”, ai quali è stata data una consegna specifica relativa alla loro attività didattica.

La discussione, supportata dagli esperti, è partita dal concetto che Se c’è un sistema che gestisce l’informazione il rischio è quello di una possibile manipolazione. Noi infatti siamo i primi produttori di informazioni e viviamo già in un mondo in cui siamo abituati a cederle. Ma il rischio insito nel cedere i nostri dati è la disuguaglianza di potere di chi poi li gestisce. Questa possibilità crea sul mercato un potere concentrato. Proprio questo è il tema su cui si snoda il thriller. La scrittrice Malka Older, ha sottolineato come per lei, infatti, la fantascienza non voglia dire pronosticare il futuro, bensì esaminare il momento che viviamo ora “attraverso lenti futuristiche”.

Se dovessimo utilizzare una frase del libro che rappresenta il dibattito sarebbe la seguente: “Puoi dare alla gente l’informazione ma non puoi costringerla a pensare”. Il problema sta dunque nell’opacità della modalità di trattamento dei dati, cioè il rischio non è tanto nel fatto che stiamo cedendo i nostri dati quanto nel non essere al corrente dell’uso che se ne farà. Emerge dunque una necessità di consapevolezza del valore di questi cambiamenti tecnologici, per evitare la strada dell’interesse a discapito del diritto della persona.

La tecnologia, dunque, è soprattutto uno strumento nelle nostre mani e può diventare pericolosa se si trasforma in un “Perfect System”. “Infomocracy, un Sistema Perfetto” sarà pubblicato a luglio 2018 in Italia da Frassinelli.

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Evento di conclusione dei progetti di Alternanza Scuola – Lavoro

News da Databenc - Thu, 10/05/2018 - 13:57

Venerdì 11 maggio 2018, ore 9.00, presso l’Aula P1- Stecca F3 (Università degli Studi di Salerno) si terrà “Evento di conclusione dei progetti di Alternanza Scuola – Lavoro”.

Nel corso dell’evento le scuole coinvolte nelle attività di Alternanza Scuola – Lavoro con il Progetto Hetor presenteranno i risultati del lavoro svolto durante il loro percorso.

Gli studenti hanno lavorato nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale della Regione Campania. Come risultato gli alunni hanno contribuito alla creazione di dataset pubblicati con licenza open e la stesura di articoli pubblicati sul blog del progetto Hetor.

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Workshop Internazionale: “Infomocracy”

News da Databenc - Tue, 24/04/2018 - 17:37

Malka Older, autrice del thriller politico di fantascienza intitolato “Infomocracy”, sarà ospite dell’Università di Napoli “Federico II” e dell’Università degli Studi di Salerno, rispettivamente nei giorni 7 maggio e 9 maggio 2018.

L’incontro del 7 maggio a Napoli si terrà alle ore 13,00 alla Developer Academy, Complesso Universitario San Giovanni a Teduccio, corso Nicolangelo Protopisani, mentre l’incontro del 9 Maggio presso il Campus di Fisciano, si terrà alle ore 11:30 presso l’Aula Magna “Vincenzo Buonocore” dell’Università degli Studi di Salerno.

Pubblicato negli Stati Uniti con immediato successo nel 2015, Infomocracy sviluppa tematiche che si sono rivelate profetiche e sorprendentemente stimolanti in relazione ai più recenti avvenimenti della realtà odierna. L’Autrice, infatti, immagina un futuro non troppo lontano nel quale una popolazione dipendente e vorace si nutre di un flusso costante di media. In questo futuro i governi come noi li conosciamo sono fragili e tenuti sotto scacco dalle emozioni e dalla volontà della maggioranza e gli strumenti digitali di diffusione dell’informazione sono sottilmente manipolati per influenzare le scelte dei loro fruitori.

Nel corso del workshop l’autrice dialogherà con esperti e con il pubblico sui principali argomenti affrontati nel libro, dando vita ad una discussione a più voci, in un momento cruciale della nostra storia contemporanea, ponendo l’accento sull’ “impatto della trasformazione digitale sulla nostra società e in particolare sul modo in cui le tecnologie dell’informazione stanno trasformando e influenzando la comunicazione politica”.

Oltre l’Autrice all’incontro, presso la Developer Academy, interverranno:

  • il Prof. Giorgio Ventre, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione, Università di Napoli Federico II
  • il Prof. Massimo De Santo – Direttore del Centro ICT di Ateneo per i Beni Culturali, Università di Salerno.

 Oltre l’Autrice all’incontro, presso il Campus di Fisciano, interverranno:

  • il Prof. Giovanna De Minico – Ordinario di Diritto Costituzionale, Università di Napoli “Federico II”, Direttrice del Centro di Ricerca “Ermes”
  • il Prof. Antonio Picariello – Ordinario di Sistemi per l’Elaborazione delle Informazioni, Università di Napoli “Federico II”, Direttore del Laboratorio Nazionale CINI “ITEM”

Modererà l’incontro il Prof. Massimo De Santo – Direttore del Centro ICT di Ateneo per i Beni Culturali, Università di Salerno.

Infomocracy sarà pubblicato in Italia dall’Editore Frassinelli il prossimo luglio 2018.

_______________________________________________________________

Malka Older è una scrittrice, operatrice umanitaria e studiosa di Scienze Politiche e Sociali. Nel 2015 è stata nominata membro anziano nel “Technology and Risk” al “Carnegie Council for Ethics in International Affairs”. Ha più di 10 anni di esperienza di aiuto e sviluppo umanitario, con attività che vanno dall’esperienza sul campo come “Head of Office” a Darfur al supporto dei programmi globali e della strategie come specialista tecnico di riduzione del rischio di disastri. In questi anni ha progettato e attuato iniziative di sviluppo economico in contesti post-disastri. Ha supervisionato vari progetti come “Director of Programs” in Indonesia e ha risposto a complesse emergenze e disastri naturali in Sri Lanka, Uganda, Darfur, Indonesia, Giappone e Mali, negli ultimi tre come Team Leader. Malka Older è laureata in Letteratura a Harvard e ha un Master in relazioni internazionali ed economia presso la Scuola di “Advanced International Studies” (SAIS) della Johns Hopkins University. Nel prossimo autunno discuterà la sua Tesi di Dottorato presso Science Po di Parigi. I suoi interessi di ricerca includono le relazioni intra-governative in situazione di crisi, il paradosso delle risposte al disastro ben finanziate, la misurazione e valutazione delle risposte ai disastri e gli effetti della concorrenza nell’aiuto umanitario. Ha inoltre condotto ricerche per “l’Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire” (IRSN) francese sui fattori umani e organizzativi coinvolti nella crisi di Fukushima Dai-Ichi.

UNISA – Workshop Infomocracy (Ita) – UNISA – Workshop Infomocracy (Eng)

UNINA – Workshop Infomocracy (Ita) – UNINA – Workshop Infomocracy (Eng)

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Nuovi Progetti

News da Databenc - Mon, 15/01/2018 - 09:33

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Vernissage Mostra Ennio Tomai & Concerto Jazz NOJS’65

News da Databenc - Wed, 29/11/2017 - 11:14

La Fondazione “Circolo Artistico Politecnico” e Databenc sono lieti di invitarvi al Vernissage “Ennio Tomai scultore del ‘900”, che si terrà giovedì 7 dicembre – ore 17.30 –  presso la sede della Fondazione (Palazzo Zapata – Napoli).

La mostra è un omaggio ad uno dei maggiori artisti del Novecento italiano; un artista “a tutto tondo”: grande fotografo, inventore, studioso d’arte e di storia, pittore, attore e regista di fama mondiale dei primi film muti girati e prodotti a Napoli.

Il Vernissage è a cura di Pasquale del Cimmuto con allestimenti di Edoardo Tene, espone opere della collezione Mazzella, proponendo “attraverso un tema apparentemente leggero, una felice riflessione sulla natura ed in particolare sulla naturalità dell’arte”.

Dopo la mostra si svolgerà il concerto Jazz della New Orleans Jazz Society ’65 (NOJS’65): “Alle origini del Jazz Classico -Da New Orleans di Storyville a New York di Tin Pan Alley (1880-1930)”.

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AMI: Advanced Modalities of Interaction

News da Databenc - Tue, 21/11/2017 - 10:47

Responsabile Scientifico del Progetto: Dr. Francesco Piccialli, Ph.D.

Il progetto AMI (Advanced Modalities of Interaction) attraverso un approccio multi-disciplinare, mira a disegnare un nuovo modello di spazio museale denominato Museo 3.0, dove arte, tecnologia, nuovi modelli di interazione ed innovative tecniche di comunicazione supportano il processo di trasformazione dei musei tradizionali. Un Museo 3.0 rappresenta un’idea di museo connesso, reale, moderno e social. Un Museo 3.0 ha come focus il miglioramento dell’accessibilità culturale avvalendosi degli strumenti offerti dal web – social in primis. Attraverso tecniche innovative di comunicazione il Museo 3.0 sarà in grado di attivare nuovi processi di trasmissione culturale, mediante il supporto tecnologico e la trasmissione culturale al visitatore, sia esperto che profano, con la finalità di rendere il pubblico partecipativo all’offerta culturale. Tale offerta culturale avverrà su differenti livelli, dal più elementare a quello più avanzato, al fine di permettere coinvolgimento ed interazione con una platea di utenti sempre più ampia e sempre più affamata di sapere, di contenuti, di tecnologia.

Partners:

  • Naos Consulting srl
  • Conform
  • DSU – Dipartimento degli Studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli FEDERICO II

Finalità:

Costruire un Museo 3.0 attraverso interventi innovativi basati su servizi ed infrastrutture tecnologiche e sociali che vedono come aspetti di interesse dei Beni Culturali i “Musei Intelligenti”, ovvero spazi in cui le persone vengono messe a contatto con una realtà fatta di oggetti capaci di suscitare interesse ed emozione, perché ne viene offerta una percezione diretta o una loro conoscenza o una combinazione di percezione e conoscenza.

La finalità è:

  • Disegnare un nuovo modello di spazio museale;
  • Il pubblico come parte attiva, coinvolta e immersa in una nuova esperienza di visita;
  • Affascinare, sorprendere ed accompagnare il visitatore con l’Augmented Reality (AR) e l’Internet of Things (IoT);
  • Attirare il pubblico composto da famiglie e bambini attraverso il Gaming;
  • Disegnare un nuovo processo di comunicazione e promozione museale;
  • Creazione di nuove figure professionali nel settore ICT connesso ai Beni Culturali.

In particolare si ritiene che il modello di Museo 3.0, previsto nel presente progetto abbia la capacità di rafforzare gli elementi fondamentali del sistema di offerta turistica orientato ai beni culturali, riconducibili in particolare ai punti seguenti:

  • un sistema di innovazione e formativo di eccellenza, capace di sopperire alle necessità di competenze manageriali e tecnologiche per sviluppare nuovi prodotti e servizi finalizzati ad aumentare l’attrattività della destinazione, ma anche nuove modalità gestionali per incrementare la qualità e la profittabilità delle attività turistiche;
  • delle infrastrutture fisiche e informative moderne ed efficienti in grado di supportare le attività delle imprese nonché la creazione di nuove imprese ad elevato contenuto innovativo nel settore dei beni culturali;
  • un sistema di comunicazione e promozione di marketing efficace in grado di attirare flussi di turisti sul territorio a beneficio delle attività delle imprese del settore e dei settori correlati, di diversificarli per far fronte alle variabilità e garantire la sostenibilità.

In relazione allo scenario configurato, val la pena sottolineare come modelli e tecnologie ICT innovative abbiano un ruolo strategico nel processo di integrazione e di riconfigurazione delle risorse culturali, ambientali, turistiche e produttive locali nei confronti di flussi turistici sempre più esigenti e differenziati.

Le ICT, infatti, hanno la capacità di conferire all’esperienza museale complessiva quelle caratteristiche di unicità, autenticità, riscoperta e sperimentazione di nuovi stimoli che la rende appetibile alle fasce di mercato emergenti. Alla luce di tali considerazioni si ritiene che le tecnologie previste dal progetto possono rappresentare un volano per l’integrazione delle risorse locali in un sistema di offerta distintivo, adattabile e proattivo.

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Protetto: Nuovi Progetti – in corso di definizione

News da Databenc - Mon, 20/11/2017 - 14:31
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SIBILLA – Sistema Integrato cloud-Based per la salvaguardIa e vaLorizzazione dei beni cuLturAli

News da Databenc - Mon, 20/11/2017 - 12:23
PON H2020

Il progetto SIBILLA (Sistema Integrato cloud-Based per la salvaguardIa e vaLorizzazione dei beni cuLturAli) si colloca nell’area tematica “Spazio” ed in particolare nella sotto-voce “Tecnologie in grado di favorire l’utilizzo dei dati spaziali, inerenti al trattamento, alla convalida e alla standardizzazione dei dati provenienti dai satelliti.”

I Soggetti proponenti sono:

  • Nextant Applications and Innovative Solutions S.r.l. (NAIS)
  • Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR)
  • Università di Salerno – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DISPAC).

L’Italia è il paese al mondo con il più alto numero di beni naturali e culturali riconosciuti come patrimonio dell’umanità. È infatti coperta per il 46,9% del suo territorio da aree di particolare valore soggette a speciali regole di protezione regolate dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

Le condizioni idrogeologiche del territorio, unite ad attività antropiche di varia natura, rischiano tuttavia di compromettere l’integrità dei siti. Al tempo stesso turisti culturali, avvezzi alle più recenti tecnologie, manifestano sempre più la richiesta di mezzi di fruizione innovativi in grado di far vivere vere e proprie esperienze immersive assimilabili a veri e propri viaggi nel passato.
È stata, quindi, identificata un’esigenza primaria che coniughi la salvaguardia dei beni culturali con una loro fruizione intelligente.

È in questo contesto che si inserisce SIBILLA un progetto che recepisce tutte le esigenze descritte, attraverso la definizione e la realizzazione di una “piattaforma per una rete di servizi innovativi” basati principalmente sull’uso di servizi per la salvaguardia e valorizzazione di siti archeologici, in grado di far leva su sinergie tecnologiche e di investimento pubblico/privato.

L’idea alla base di SIBILLA è, dunque, quella di realizzare una piattaforma che renda meno gravoso il costo della salvaguardia da parte delle istituzioni grazie ai proventi delle visite, di cui è previsto l’aumento  grazie all’incremento della qualità dell’offerta ed alle nuove esperienze di fruizione del sito stesso per esperti e non; ai proventi derivati da sottoscrizioni (a pagamento per settore privato) di erogatori di servizi aggiuntivi e sviluppatori di applicazioni che siano interessati ad accedere ai servizi “base” della piattaforma SIBILLA per risparmiare sui costi e migliorare il loro servizio in un contesto integrato, standardizzato, certificato e di qualità garantita.

Il servizio introduce, in tal modo, un capovolgimento del modello attuale che vede le attività di salvaguardia e conservazione come “mero” costo gravante su fondi istituzionali limitati, e la fruizione stessa come potenziale fonte di rischio antropico aggiuntivo, spesso legata agli insufficienti proventi della vendita di biglietti di ingresso. Il nuovo modello prevede, invece, una sinergia tra due attività, salvaguardia e fruizione, offrendo opportunità di sviluppo di servizi a valore aggiunto, dati e contenuti, creando un sistema virtuoso sostenibile e replicabile su diversi siti adattandosi alle specifiche esigenze, ma utilizzando un pool di servizi di base comune.

SIBILLA mira ad esercitare una forte azione di “pull” nei confronti di Aziende e Centri di Ricerca Nazionali che potranno essere coinvolte nell’erogazione dei servizi abilitati dalla piattaforma, nonché ad aumentare i volumi economici legati al turismo di qualità (certificato dagli stessi enti).

Il servizio è rivolto agli specialisti del settore dei beni culturali (Enti Locali, Soprintendenze, Comuni, Associazioni Culturali riconosciute) preposti alla salvaguardia, conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali e verrà erogato secondo il paradigma informatico del cloud computing, mediante l’accesso web a una piattaforma informatica, sviluppata nel corso del progetto, in grado di garantire un approccio integrato, standardizzato, armonizzato e aperto nella gestione dei dati.

L’obiettivo finale del progetto è, quindi, la disponibilità di una piattaforma che offra servizi di salvaguardia e monitoraggio permanente di un sito archeologico e allo stesso tempo rappresenti un centro di attrazione per servizi commerciali a valore aggiunto che si avvalgono di un “contesto” strutturato e regolamentato che ne garantisca la qualità, renda disponibile dati e servizi di base armonizzati. Questo permetterà lo sviluppo di una “rete di servizi” attorno alla piattaforma stessa in modo da concentrare gli sviluppi e le risorse alle sole funzioni aggiuntive e specifiche, evitando di replicare costi e funzionalità e incrementando l’efficienza e la qualità di ogni servizio.

Schema logico della piattaforma SIBILLA

I siti test individuati per il progetto sono i siti archeologici di Baia e Paestum, entrambi situati in Campania. Tra le motivazioni che hanno portato alla scelta di questi due siti archeologici, vi è la possibilità di dimostrare sia la funzionalità del servizio di salvaguardia e fruizione di SIBILLA per i siti emersi di Baia e Paestum, sia di fruizione per il parco archeologico sommerso di Baia. Inoltre la loro importanza e notorietà a livello internazionale è considerata essenziale per promuovere ed estendere i servizi offerti su altri siti con necessità e caratteristiche comuni.

Va inoltre sottolineata la peculiarità geologica del sito di Baia, collocato in una zona interessata dal fenomeno di bradisismo dell’area dei Campi Flegrei che porta ad un ciclico innalzamento e abbassamento del terreno. È da questa attività tellurica che è derivato il conseguente inabissamento di alcuni antichi edifici di Baia, quali la Villa dei Pisoni, il ninfeo di Punta dell’Epitaffio e la Villa con ingresso a protiro, visitabili dalla comunità dei subacquei e situate a profondità che variano dai 5m ai 20m, rendendo tuttavia accessibile anche ad un pubblico di “semplici bagnanti” la visione delle vestige dell’antica Baia. Ciò fa di Baia un sito non solo da monitorare per i continui movimenti del terreno, ma anche da valorizzare per una fruizione quanto più “esperienziale” per i visitatori.

Il sito archeologico di Paestum, a sua volta, è un sito famoso per le vestige oggi ancora visibili della città dapprima Greca, successivamente Romana. Famosi sono i suoi templi (Hera, Atena e Nettuno) i cui colonnati ancora spiccano incontrastati nel paesaggio odierno.

Il Parco Archeologico di Paestum ha confermato la sua disponibilità a supportare il Progetto tramite contenuti informativi e verifica della efficacia dei servizi SIBILLA nel suo contesto.

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MuSE@Home

News da Databenc - Mon, 30/10/2017 - 11:43
PAC02L2_00221

Responsabile Progetto MuSE@Home – Smart Services and Technologies for Virtual Tours in Museums and Archeological Sites Enjoyable @ Home: Fabio Coronato – Amministratore unico dotIT Srl

MuSe@Home si colloca nell’ambito “Spazi della Cultura 2.0” della linea di intervento 2 “Cultura ad Impatto Aumentato”.

I partner di progetto che hanno collaborato attivamente per tutta la durata del progetto sono:

  • Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali – Databenc (PAC02L2_00221/1)
  • dotIT srl (PAC02L2_00221/2)
  • Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica – C.I.N.I. (PAC02L2_00221/3)

Il progetto ha sviluppato nuovi modelli di tecnologie e servizi intelligenti per la fruizione, promozione e valorizzazione di beni e siti culturali; attraverso percorsi virtuali semi-immersivi, in realtà aumentata, resi disponibili direttamente a casa dell’utente.

Il progetto ha beneficiato della sempre maggiore diffusione delle Smart TV nelle case degli utenti: apparecchiature elettroniche che hanno come principali caratteristiche l’integrazione all’interno di apparecchi televisivi di servizi legati a internet e di capacità di calcolo e visualizzazione 3D; realizzando una convergenza tecnologica tra il mondo dei personal computer e quello della televisione che apre a nuove potenzialità di mercato.

L’obiettivo del progetto è stato quello di sviluppare una piattaforma tecnologica con servizi evoluti per la fruizione dei percorsi virtuali direttamente da casa, attraverso Smart TV.
Le principali problematiche di ricerca sono state la definizione di interfacce e meccanismi di Human-Computer Interaction ottimizzati per la navigazione dei percorsi virtuali attraverso Smart TV e la definizione di modelli semantici per la catalogazione e fruizione intelligente dei beni artistici e culturali.

Per lo sviluppo del progetto, un ruolo determinante è stato ricoperto da alcuni Musei che sono stati consultati in fase di definizione dei requisiti e che hanno partecipato alla validazione dei risultati e delle tecnologie in qualità di sperimentatori.

Alcune Università straniere hanno manifestato l’interesse sia ad intraprendere azioni progettuali congiunte in vista del prossimo programma HORIZON 2020, che a proporre le soluzioni tecnologiche sviluppate in MuSE@Home alla rete di musei ad esse collegate.

Le attività del progetto denominato MuSE@Home sono state concluse nel Maggio 2016.

I Risultati Raggiunti da MuSE@Home si possono così sintetizzare:

  • Piattaforma software per la catalogazione e gestione dei contenuti di tipo culturale;
  • Controller per la navigazione in ambienti virtuali mediante Smartphone;
  • Progettazione e fruizione di ambienti 3D;
  • Rappresentazione e fruizione di luoghi reali mediante tecnica fotogrammetrica;

Fruizione di ambienti 3D realizzati mediante tecniche di Gesture Recognition.

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La valorizzazione attraverso i social media

News da Databenc - Wed, 13/09/2017 - 17:29

Internet è intorno a noi, è un vortice che ci ha travolto dalla sua creazione e che corre alla velocità della luce.

Praticamente è un mondo parallelo, nel quale ognuno di noi ha delle proprie caratteristiche ed una propria identità.

Come ci si può inserire in un mondo così virtuale? Ovvio, attraverso l’utilizzo dei social media.

Il social, infatti, nasce con lo scopo di condividere e diffondere informazioni in forma audio, video o testuale.

I contenuti digitali attraggono tutti, dall’esperto al principiante: ciò che stupisce è la facilità nell’utilizzo dei social e il fatto che qualunque cosa possa diventare “virale” in pochi minuti. È per questo che, quasi alla fine della nostra esperienza di Alternanza Scuola Lavoro, la creazione di pagine sui social era quasi indispensabile per comprendere fino in fondo il significato della valorizzazione dei beni culturali.

La nostra classe, la 5F del liceo scientifico Mancini di Avellino, ha partecipato ad un percorso che s’incentra proprio sulla valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e che si propone come profilo di uscita quello di promotori culturali. Abbiamo lavorato in collaborazione con l’Università degli studi di Salerno e con Databenc, il Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali.

L’applicazione di strumenti tecnologici per la promozione e valorizzazione dei beni culturali è molto attuale: sono sempre di più le pagine di musei e siti archeologici, che hanno la possibilità in questo modo di aumentare la loro visibilità e di fornire qualcosa di più accattivante ai loro utenti. Tutto ciò ha inevitabilmente un forte impatto sul turismo.

Molti beni sul nostro territorio non sono pubblicizzati, rimangono nascosti e dimenticati. L’Italia, che ha un patrimonio artistico molto ricco, è piena di siti che necessitano di essere “rilanciati” e che potrebbero essere una miniera d’oro per molte realtà provinciali e non.

Come utilizzare allora un social per un contenuto essenzialmente storico-archeologico?

Tecnologie e beni culturali, apparentemente due strade distinte, possono trovare un punto d’incontro, unirsi e diventare una strada sola, quella della valorizzazione del patrimonio.

Questo è l’obbiettivo del nostro percorso e il social può diventare un mezzo, perché assicura velocità ed efficacia allo stesso tempo.

Il nostro primo approccio con i social è avvenuto quasi senza che ce ne accorgessimo: non a caso siamo chiamati “nativi digitali”.

Nell’ambito delle attività svolte con l’Alternanza Scuola Lavoro, il primo evento grazie al quale abbiamo potuto testare le nostre abilità e conoscenze riguardo ai social è stato “Cittadinanza Digitale”, un programma trasmesso da Digitalia sulla rete e reso così raggiungibile da un numero elevato di utenti.

Un social in particolare, Twitter, ci ha permesso di interagire direttamente con gli ospiti della trasmissione, facendo domande ed ottenendo in maniera istantanea risposte.

Twitter ci ha permesso anche un buon utilizzo in occasione di un secondo evento, per la presentazione dei risultati dei progetti Databenc CHIS e SNECS.

In quell’occasione siamo diventati parte integrante dell’organizzazione e ci siamo occupati della pubblicizzazione su ogni social, principalmente Twitter, Instagram e Facebook. Twitter ci ha anche permesso, una seconda volta, di comunicare con i relatori e di capire di più sugli argomenti trattati.

Abbiamo però capito il vero valore del social solo applicando alla realtà la teoria sulla comunicazione. Il primo passo è stato quello di una pagina Facebook, “Quinta F Liceo Mancini 2017 – Alternanza Scuola Lavoro”, che racconta la nostra esperienza e illustra le competenze acquisite attraverso l’incontro con realtà aziendali che si occupano dei beni culturali da più punti di vista, da quello archeologico a quello tecnologico.

Link facebook

Attraverso i post si possono notare i diversi cambiamenti ottenuti durante il percorso ed è questo anche lo scopo comunicativo della pagina Instagram.

Con commenti più sintetici ed immagini ad alta risoluzione, l’utente può seguire la nostra “storia” passo per passo e conoscere insieme a noi anche alcune delle bellezze irpine.

Link istagram

Il linguaggio, diverso per i due social, è stata un’altra abilità importante de sviluppare, poiché deve essere chiaro, diretto e facilmente comprensibile.

Anche se sembra semplice, noi ragazzi sappiamo bene che c’è una bella difficoltà di base ma siamo riusciti a sconfiggerla grazie ai nostri tutor e agli esperti di vari campi che ci hanno seguito, senza lasciare nessuno di noi indietro.

Infine ci siamo chiesti: è utile il social per il miglioramento della fruizione del bene culturale e per dare una spinta significativa a livello economico?

La nostra risposta è: assolutamente sì.

L'articolo La valorizzazione attraverso i social media proviene da Databenc.

La valorizzazione del patrimonio culturale attraverso HETOR

News da Databenc - Mon, 11/09/2017 - 15:37

Ormai da tre anni impegnati nel progetto di alternanza scuola-lavoro noi studenti della classe 5F del Liceo scientifico “P.S. Mancini” di Avellino abbiamo avuto modo di esplorare e approfondire la sempre più attuale relazione tra nuove tecnologie e beni culturali. Nel corso delle nostre attività abbiamo incontrato la realtà del Distretto ad Alta tecnologia per i Beni Culturali della Campania (DATABENC), con i suoi numerosi progetti, i suoi partner aziendali e le diverse e competenti risorse professionali.

Uno dei prodotti di Databenc che abbiamo conosciuto direttamente è HETOR: si tratta di un progetto pilota nato dalla collaborazione tra il Distretto e il progetto europeo Horizon 2020 “ROUTE-TO-PA” (Raising Open and User-friendly Transparency-Enabling Technologies fOr Public Administrations)” coordinato dal prof. Vittorio Scarano, docente presso il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno.

Il progetto si propone di stimolare le comunità locali a co-creare Open Data sul Patrimonio Culturale, per migliorare la quantità e la qualità dei dati disponibili riguardanti la conservazione e la valorizzazione delle risorse del territorio locale. I dati aperti sono dati liberamente accessibili a tutti, generati in prevalenza dalle Pubbliche Amministrazioni e dalle comunità locali di riferimento e riutilizzabili dagli utenti.

Centro ICT dell'Università di Salerno

ROUTE-TO-PA fornisce a questo scopo la piattaforma sociale collaborativa SPOD (Social Platform for Open Data) che raccoglie sia dati diffusi dalle istituzioni sia dati forniti tramite la partecipazione di associazioni e cittadini che co-creano e discutono open data sulla piattaforma che si presenta come un social network.

 

Rispetto ai tradizionali social network, le discussioni sono organizzate in “Stanze Pubbliche”, raggruppate nell‘Agora, dove è possibile incontrare e comunicare con utenti interessati allo stesso tema ed organizzare la strutturazione dei dati. Nelle varie stanze gli utenti possono postare commenti ed esprimere il proprio giudizio sulle opinioni altrui. Successivamente la discussione si sposta nella sezione “Co-creazione”, in cui gruppi ristretti di utenti possono creare nuovi dataset.

Il dataset è organizzato come un foglio di calcolo su cui possono lavorare contemporaneamente più utenti: esso contiene una grande quantità di dati relativi a un certo argomento, che si presentano “grezzi” (parole, numeri, coordinate geografiche, immagini, link…). Affinché essi possano raccontare concretamente una storia o l’andamento di un fenomeno è necessario costruire delle datalet, ossia rappresentazioni grafiche inetrattive (tabelle, mappe, istogrammi, grafici a torta ecc.) di un particolare aspetto del dataset.
Ogni utente ha inoltre a disposizione uno spazio personale, denominato “Spazio privato”, in cui è possibile aggiungere datalet, indirizzi web e note da riutilizzare successivamente nelle discussioni.

In particolare la nostra esperienza con SPOD si è svolta presso il centro ICT dell’Università degli studi di Salerno ed è stata contraddistinta dalla presenza di molte professionalità, tra cui le nostre docenti Gilda Guerriero e Virgilia Guerriero, l’esperto di informatica il professore Vittorio Scarano, i collaboratori dell’ISIS lab Gianluca Santangelo e Pina Palmieri e da molti esperti di beni culturali.
Inizialmente abbiamo lavorato su due percorsi di ricerca – il casellario politico centrale della Provincia di Avellino e i Marchi di fabbrica registrati nella stessa Provincia – i cui dataset erano già presenti in parte sulla piattaforma. Dopo aver fatto un po’ di pratica con l’uso di SPOD ci siamo dedicati al completamento e alla revisione delle informazioni ricavandone le prime datalet sull’argomento da approfondire, condividendole poi nella stanza di co – creazione con l’intero gruppo di lavoro.
L’ultima parte del lavoro si è incentrata sulla scelta delle datalet più significative al fine di commentarle e produrre un articolo finale destinato alla pubblicazione su HETOR.

Il lavoro con Hetor si è intrecciato anche con la nostra esperienza al Museo Irpino di Avellino, durante la quale abbiamo raccolto ulteriori dati sulle epigrafi e sugli altri reperti presenti nel museo riguardanti il culto della Dea Mefite. Successivamente abbiamo riportato questi dati sulla piattaforma creando un dataset ex novo e ricavando da esso le datalet utili alla pubblicazioni di due nuovi articoli dal titolo “Leggere il passato…” e “La Mefite al Museo Irpino”.

Infine i lavori realizzati dai vari gruppi sono stati condivisi online sul blog WordPress del Liceo Mancini.
Abbiamo in questo modo realizzato il fine ultimo di Hetor: trasformare una serie di dati apparentemente interminabile e priva di un significato ben preciso in una storia da raccontare, condivisibile sulla rete e fruibile da chiunque. Ecco quindi come avviene concretamente la coesione tra tecnologia e patrimonio culturale.

L’esperienza dal nostro punto di vista è stata molto formativa in quanto abbiamo acquisito nuove competenze riguardo l’informatica e i beni culturali, collaborato con diverse figure professionali e ci siamo immersi pienamente nelle dinamiche aziendali. Inoltre riteniamo che tale esperienza sia fondamentale per l’ingresso nel mondo del lavoro e per l’orientamento universitario. Nell’attuale società dell’informazione saper comunicare rappresenta un’abilità di fondamentale importanza e questo percorso di alternanza ci ha permesso di svilupparla e metterla in pratica.

Ecco l’elenco completo degli articoli che abbiamo prodotto:

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